Le grotte dei Balzi Rossi
si aprono su una parete a strapiombo del Monte
Belinda di Ventimiglia, a poche centinaia di metri
dalla linea del confine fra l'Italia e la Francia
Orari di apertura
L'accesso alle caverne è effettuabile tutti i giorni
(tranne il lunedì), dalle ore 9.00 alle ore 19,00.
Lo stesso orario osserva il piccolo museo annesso al
sito
Telefono 0184-38113
E' uno dei più interessanti siti
archeologici della preistoria anche a livello nazionale, conosciuto in
tutto il mondo per la varietà e la singolarità dei suoi reperti. Le caverne si aprono sul versante del Monte Belinda a Ventimiglia,
in prossimità del Valico di Ponte San Ludovico, al confine fra Italia e
Francia: composto da numerosi antri e ripari, il nome della zona deriva
dal colore rossastro (per la presenza di minerali ferrosi) delle rocce. Le prime scoperte risalgono alla prima metà del
IXX secolo ad opera del Principe di Monaco Forestano I: fra il 1929 e il 1959 si sono susseguite le campagne di scavo dell'Istituto Italiano di Paleontologia,
proseguite anche in epoche recenti .
Davanti ed all'interno delle delle caverne grotte sono stati scoperti
insediamenti umani organizzati che risalgono alla preistoria: in esse si svolgeva tutta la vita della tribù, dalla nascita alla morte come attestano
le sculture in pietra, gli attrezzi silicei, le pitture parietali, le incisioni sulla
roccia e le sepolture (singole o plurime) ivi rinvenute.
Anche se sembra accertata la presenza dell'uomo anche in epoche molto più antiche, il periodo che ha reso famose le caverne è il Paleolitico Superiore, dal 32.000 all'8.000 a.C
(non risulta che successivamente a questa data le grotte siano state
frequentate): i reperti portati alla luce
attestano la presenza dell'Uomo di Cro-Magnon e del suo stile di vita. Grotta dei Fanciulli: in essa sono state scoperte due tombe doppie e due singole; in una sepoltura (dei Negroidi) sono state inumate
due donne (una fanciulla ed un'anziana, entrambe dotate di un'acconciatura di conchiglie. Il nome deriva tuttavia da una seconda tomba doppia
che conteneva due bambini. Barma Grande:
sono strati dissepolti sei individui, uno cremato e altri tre inumati in
una sola fossa; i morti erano dotati di un corredo funerario composto da
conchiglie forate, denti di animali, pugnali di selce, vertebre di
pesce; nella grotta furono scoperte anche numerose sculture in steatite e osso,
che presentano tutte le caratteristiche delle "Veneri Paleolitiche, che
si ritrovano, con identiche caratteristiche in tutta l'Europa;
all'altezza del bacino di alcuni inumati sono state rinvenute più di
mille conchiglie forate che probabilmente abbellivano i perizomi; i
primi scavi risalgono al 1858 con tecniche ancora rudimentali:
l'inesistenza di un documentazione sufficientemente analitica non ha
permesso di risalire con precisione alle varie stratigrafie di scavo,
impedendo spesso una datazione. Grotta del Caviglione: è
caratterizzata da un cavallo inciso in alto su una parete. Grotta del Principe: e la più ampia del complesso e conteneva il
più antico resto scheletrico, un frammento di osso iliaco di una donna
anteneandertaliana (forse 230.000 anni fa), insieme a molti strumenti di uso comune; sono stati rinvenuti
anche ossa di amimali, che testimoniano l'alternarsi di epoche calde (bue e rinoceronte) ad altre fredde (orso e marmotta).
Il Museo dei Balzi Rossi: istituito nel 1898 e ampliato nel 1994, è situato all'inizio del percorso che conduce alle caverne; nelle
sue sale si possono ammirare molti dei reperti provenienti dal sito insieme alla ricostruzione di alcune sepolture.