I velieri finalesi solcavano
i mari più lontani, commerciando con tutti i continenti. Parecchi
Finalesi si arruolarono nella flotta spagnola ove si videro riconosciuto
il grado di capitano.
Per documentare l'importanza
di Finale nella marineria, ecco alcuni dati ufficiali del censimento
ordinato dal Re di Sardegna nel 1830 e svoltosi nella Parrocchia di San
Giovanni Battista il 28 Luglio 1831: "I Capitani al Lungo Corso addetti
alla navigazione di Egitto, d'Africa, Mar Nero, Spagna, Portogallo e
delle Americhe ammontano a 27; i Padroni e Capitani di Cabotaggio che
trafficano sulle coste di Francia, Spagna, Italia e Isole di Sardegna e
Sicilia ammontano a 60; i marinai sono 286, i mozzi 129, le maestranze
19; i bastimenti addetti a tali compiti sono 94 dai quali devonsi
defalcare 12 di piccola portata addetti alla pesca". Da questo documento
si desume quindi che una cittadina composta in quel periodo da alcune
centinaia di famiglie era veramente composta quasi totalmente da "gente di mare",
che sul mare passava la quasi totalità della propria vita.
Ecco alcune delle navi più
note del Finalese:
L'EVANGELISTA - polacca che
nel XIX secolo trafficava tra la Sicilia e le Puglie; nel bastimento si
imbarcò - per motivi di salute - un grande scienziato finalese, il Conte
Giorgio Gallesio, che, sbarcato in Sicilia, si dedicò allo studio della
biologia degli agrumi elaborando una teoria della riproduzione vegetale
poi ripresa da Mendel e Darwin;
IL RISOLUTO - sciabecco comandato dal Capitano
Antonio Pertica (1774-1857), che batteva tutto il Mediterraneo con una
regolare patente francese "di corsa"; barca veloce, sottile, armata con
sei cannoni di cui uno poppiero di bronzo, trasportava cereali dai
granai del Mar Nero a Genova e Marsiglia; la famiglia Pertica diede una
serie di "lupi di mare" che percorsero le rotte di tutto il mondo,
trasportando merci e combattendo i pirati che infestavano i mari;