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La Val Ponci: i ponti romani
 
La Val Ponci è una valle fossile: è rimasta sostanzialmente immutata dai tempi della preistoria, di cui conserva reperti di flora e di fauna.
Nella valle passava la Via Julia Augusta, costruita nel 13 A.C., che partiva da Piacenza e collegava la Val Padana con la Liguria e le Gallie. Nel II secolo D.C. (Imperatore Adriano) vennero costruiti nella Val Ponci cinque ponti, uniche testimonianze del tipo in Liguria delle capacità edilizie pubbliche dei Romani:
  1. Ponte delle Fate (così chiamato perchè posizionato in prossimità dell'omonima caverna): è ancora in uso e praticamente integro; costruito con blocchetti di pietra del Finale, il suo arco è a tutto sesto;
  2. Ponte Sordo: completamente distrutto, si può osservare solo la rampa d'accesso;
  3. Ponte delle Voze: ben conservato e costruito con massi di pietra scura;
  4. Ponte dell'Acqua: discretamente conservato, è parzialmente interrato:
  5. Ponte di Magnone: è rimasta solo una pila tra le piante di castagno.
Tra il terzo e quarto ponte un ripido sentiero porta alla Cave Romane, da cui fu estratto il materiale per costruire i ponti: interessante il metodo di coltivazione ("picco e mazzetta").
La passeggiata parte dalla mulattiera a sinistra della strada per Verzi (interessante borgo medioevale cui si arriva da una deviazione a destra della strada che da Calvisio conduce a Portio), ove si può arrivare in auto percorrendo una stretta strada asfaltata: all'inizio del sentiero si può ammirare un singolare sperone roccioso, forse un simulacro attribuito al dio  Penn (da cui deriva la parola Appennini), che sarebbe l'unica testimonianza ligure di questa divinità celtica. Il sentiero, contrassegnato da un cerchio pieno rosso, si sviluppa in moderata pendenza nell'alveo di un antico torrente ed è quasi tutto gradevolmente ombreggiato e fresco anche in piena estate.

Un click per ingrandire le fotografie.


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Giunti alla Colla di Magnone (m. 324 s.l.m.) si può proseguire per il Ciappo del Sale: è un grande lastrone di pietra calcarea, leggermente inclinato ed invaso dalla vegetazione, che presenta un gran numero di incisioni rupestri di età indefinita (soprattutto croci e coppelle, presenti anche nei più noti Ciappi dei Ceci e delle Conche): la passeggiata non è particolarmente impegnativa (seguire sempre il segnavia "rombo rosso vuoto"), si sviluppa su un percorso di circa 2 km. ed è in buona parte all'ombra. Sino alla Cappelletta di Portio esiste un corrimano in corda (purtroppo mancante in parecchi punti) per i non vedenti.

                       


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