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Il XX secolo

Lo sviluppo economico
Il nuovo secolo si aprì con un evento naturale di forte intensità: il 28 settembre 1900 i torrenti Pora ed Aquila strariparono e letteralmente inondarono Finalborgo, colpendo anche Finalmarina.
Il periodo economico di recessione aveva già colpito la cantieristica, ridimensionata nei decenni precedenti dall'avvento dei natanti a vapore, e l'agricoltura, settori trainanti della zona che avevano solo in parte assorbito le novità dei due settori economici: per sopravvivere una larga fascia di abitanti fu costretta ad emigrare in paesi esteri (Francia, Svizzera e America Meridionale). Il fenomeno fu sottovalutato dalle municipalità dei tre comuni, formate da esponenti dei ceti sociali più elevati, che non si dimostrarono in grado di prendere provvedimenti di sostegno.
Il 10 settembre 1902 venne eletto Sindaco di Finalmarina Nicolò Sacconi che, forte dell'esperienza maturata dalla sua prolungata permanenza nelle principali città italiane, si dedicò sin dall'inizio a dare un respiro più ampio alle attività economiche della cittadina: conscio dello stato precario delle classi meno abbienti, la sua prima preoccupazione fu quella di dare lavoro agli abitanti. Il nuovo piano regolatore sull'edilizia e la viabilità fu il suo primo pensiero, ma a lui è dovuto l'accordo storico (per Finale) col grande imprenditore genovese Rinaldo Piaggio, stipulato il 5 giugno 1906, che portò nel territorio di Finalmarina (il comune a lui affidato) l'insediamento dell'omonima industria su un primo terreno di ca. 25.000 mq. nella Regione Isola: nel 1908 venne aperta la prima officina del futuro stabilimento aeronautico che diede lavoro a 300 operai (successivamente diventati migliaia). Il Sacconi viene unanimamente considerato il più grande Sindaco del Finalese. La sua visione del futuro fu riconosciuta da tutti e, non a caso, fu proprio lui a far piantare nel 1902 le prime palme negli spazi posti di fronte di fronte all'arenile di Finalmarina, destinate a diventare una delle maggiori attrattive turistiche della città: lo splendido viale omonimo unico in Liguria.
Nel periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale lo sviluppo dello cantieristica aeronautica permise a Finale il superamento della crisi recessiva post bellica. Nel 1927 Savona divenne Provincia: nello stesso anno vennero ancora uniti i tre comuni di Finalmarina, Finalborgo e Finalpia (che già comprendeva Varigotti e Calvisio) in un'unica Municipalità che scelse come suo stemma le cinque strisce rosse in campo giallo-oro di carrettesca memoria (il valoroso Enrico I il Guercio ed il suo epico combattimento con il musulmano Joppe durante la Seconda Crociata). L'assetto assegnato al Finalese è sopravvissuto sino ai giorni nostri.
Nel ventennio  fascista Finale Ligure scoprì la sua vocazione ad un altro comparto che sarebbe diventato fondamentale per la sua economia: il turismo. Vennero costruite già allora abitazioni di pregio praticamente in riva al mare, con un primo forte sconvolgimento della zona, che sarebbe proseguito - notevolmente accentuato - nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, unitamente a nuovi stabilimenti balneari ed alberghi di pregio, strutture edificate per essere poste al servizio di un turismo d'elite (non esisteva ancora il turismo di massa).


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Il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale
La Seconda Guerra Mondiale lasciava un'Italia da ricostruire sia politicamente (per rimediare al liberticida ventennio fascista) che praticamente (per ovviare ai danni provocati dal conflitto e dalla guerra civile): due grandi uomini, Luigi Einaudi ed Alcide De Gasperi, traghettarono il Paese verso la sistemazione economica ed il rispetto della comunità mondiale. Nel suo piccolo anche Finale Ligure aveva bisogno di una figura di spicco (per meglio intenderci un nuovo Sacconi) e la trovò in Augusto Migliorini, Sindaco quasi ininterrottamente dal 1946 al 1974. Migliorini iniziò formulando un nuovo piano regolatore che diede respiro all'edilizia pubblica (da citare il rifacimento del Viale delle Palme, il nuovo campo di calcio Felice Borel, il porticciolo turistico) e privata. Incoraggiò e favorì il turismo in tutti i suoi livelli, unica fonte di entrate oltre alla Piaggio, che per Finale assunse un'importanza strategica fondamentale, e proprio in quest'ottica cercò di migliorare la viabilità, punto dolente ai giorni nostri.
Finale uscì dal periodo critico: ricordo che negli anni '60  esistevano alberghi di prestigio ( Lido, Boncardo, Moroni e Saraceno di Varigotti) ed economici che catalizzavano la miglior clientela dal Piemonte, dalla Lombardia e dall'estero (Germania, Olanda, Svizzera, Inghilterra e paesi nordici); nella cittadina esistevano quattro locali cinematografici (al coperto ed all'aperto), decine di sale da ballo per tutte le età e prezzi (cito a memoria Boncardo, Covo, Patio, Case Rosse, Scotch ed i più economici Giardino, Ramarro e Jimmy) che richiamavano i migliori interpreti di musica leggera (Gianni Morandi, Rita Pavone, i Rockes, Bruno Martino, etc.); il rifacimento in chiave più moderna ed organizzata degli stabilimenti balneari storici (Lido, Boncardo, Ondina, Est Finale) e di quelli minori (che organizzavano anche piste da ballo sulla spiaggia)  aveva richiamato migliaia di turisti di tutte le età e censo sulla spinta del "miracolo economico" del periodo; il rinnovato Viale delle Palme era stracolmo di gente sino alle ore piccole; i periodi delle festività natalizie e pasquali erano una buona scusa per venire a Finale e rimanervi per una decina di giorni. Era il momento della Finale Ligure del divertimento!
L'eccessiva crescita edilizia aveva tuttavia aumentato a dismisura il numero delle seconde case: aveva caratterizzato un periodo positivo per l'occupazione (imprese edili ed artigiani di contorno) ma si era dimostrata un primo deterrente per l'industria alberghiera, sostituita dall'utilizzo degli alloggi acquistati dai non residenti. La recessione degli anni '70 ed '80 (inflazione a due cifre) fece il resto: Finale Ligure diventò antieconomica e non seppe riorganizzarsi per reggere il sorgere della Costa Smeralda (ove si spostarono i ceti più abbienti attirati dal lusso, dal mare cristallino e (allora) non inquinato della Sardegna e  dall'intraprendenza dell'Aga Khan, alimentata tuttavia in buona parte da capitali italiani....) e l'urto della Riviera Romagnola (la cui politica di prezzi contenuti e di proliferazione di strutture dedicate al divertimento determinò lo spostamento del turismo di massa sulle sue coste).
Oggi a Finale mancano purtroppo i giovani mentre arrivano ancora le famiglie. I ragazzi frequentano il Finalese insieme ai propri genitori famiglia sino ai loro vent'anni (o forse meno...) e poi si spostano in altre località dell'Italia e dell'estero in grado di offrire loro quelle prerogative che la spensieratezza dell'età richiede: viene pertanto a mancare - a mio giudizio - la più consistente fonte di entrate e l'allegria. Anche i turisti esteri, una volta favoriti dalla debolezza della lira, sono meno numerosi e preferiscono limitare le visite alle città d'arte.
Va comunque osservato che gli stessi ragazzi ritornano con i figli dopo aver formato la propria famiglia: Finale (e con lei tutta la Liguria) è invecchiata precocemente insieme ai suoi abitanti (lo attesta l'età media particolarmente elevata dei residenti!).
Alla fine degli anni '80 e negli anni '90 il gioiello e l'orgoglio del Finalese,  la Piaggio, ha conosciuto la peggior crisi dalla sua nascita: troppo piccola per essere competitiva a livello internazionale, l'industria aeronautica ha perso l'ultima nicchia di mercato in suo possesso, non ha ottenuto sufficienti commesse pubbliche ed è stata costretta ad un drastico taglio di spese (leggi taglio di personale).
L'esperienza insegna che non è semplice riottenere quello che si è perduto: la città deve ritornare quella che era una volta. E' necessaria la costruzione di nuove aree destinate a parcheggio e a luogo di divertimento, gli esercenti devono capire che il turista porta ricchezza, che va trattato con (reciproca) cortesia e rispetto e, soprattutto, che ai prezzi praticati va commisurata l'erogazione di una prestazione adeguata e che ormai i periodi di permanenza dei singoli non sono più lunghi come una volta: in sostanza è necessario un aumento numerico dei visitatori. Il mare, il sole e il clima mite che contraddistingue il nostro territorio sono ancora necessari ma  non sono più sufficienti!
Il declino della Piaggio, che per decenni è stata la maggior fonte di sostentamento dei residenti, perdura anche nel 2005. La ristrutturazione dell'area (senza traumi per i pochi posti di lavoro rimasti) e la sua riconversione al terziario avanzato possono costituire una buona spinta all'implementazione del turismo ed dell'occupazione, ma  non bastano. In aggiunta ai litorali, si potrebbero sfruttare meglio anche le attrattive naturali e culturali del nostro meraviglioso entroterra, con le sue microscopiche borgate medievali ricche di fascino: opportunamente ripulito, attrezzato e pubblicizzato,  dovrebbe essere in grado di richiamare turisti da tutto il mondo (le numerose palestre di roccia hanno già reso famoso il Finalese, ma sono riservate a poche centinaia di appassionati e da sole non risolvono i problemi).

Andamento  demografico della popolazione residente nel Comune di Finale Ligure:
- 1936: ca. 10.500 abitanti;
- 1991: ca. 12.700 abitanti
- 1996: ca. 12.500 abitanti;
- 2000: ca. 12.300 abitanti;
- 2005 (marzo): ca. 11.900 abitanti.

             

                                                   


 
  Copyright by Alfredo45 Gennaio 2005