L'Ottocento
Finalese - Teatro e cultura Il concetto odierno di teatro è
sostanzialmente dissimile da quello ottocentesco. Oggi il teatro ospita
esclusivamente gli spettacoli (commedie, drammi, musicals, esibizioni di
solisti o gruppi musicali). Nell'ottocento, non esistendo cinema e
televisione, i teatri ospitavano anche celebrazioni, veglioni,
conferenze, marionette, giochi di prestigio, esperimenti di fisica,
pranzi ufficiali (sic!) e costituivano vere e proprie strutture
polivalenti per organizzare in più direzioni il tempo libero della
popolazione finalese, assolvendo a una vera e propria funzione
pedagogica dato lo stretto legame esistente con la cultura e
l'educazione. Queste furono le motivazioni che indussero gli
amministratori di Finalborgo (1803) e di Finalmarina (1865) a dar vita
ai due teatri di Finale Ligure. Quando le principali famiglie di
Finalborgo decisero la costruzione di un teatro nell'ex-oratorio del
collegio Aycardi si
allinearono alla tendenza che in quegli anni
coinvolgeva l'intera Liguria: Chiavari (1801), Albenga (1802), Porto
Maurizio (1803), Genova (1813): la Rivoluzione Francese aveva stimolato
grandi esigenze civiche e culturali sino ad allora riservate ad una sola
fascia di persone: dal teatro i ceti dirigenti diffusero e motivarono i
propri indirizzi ideologici. Da qui nacque l'obbligo assunto nel 1803
dai cittadini di Finalborgo alla realizzazione di una nuova struttura
destinata al pubblico, con l'appoggio del comune, che, oltre a concedere
il locale, intervenne successivamente (1825) per riparazioni e per
dotare l'apparato di un nuovo set di scenografie. Anche se in tempi
diversi, quando erano all'apice della fama drammaturghi lirici come
Verdi, Donizetti, Rossini, Puccini, le motivazioni che portarono
all'edificazione del secondo teatro a Finalmarina non si discostarono da
quelle dei loro predecessori: il melodramma riunì classi abbienti
e popolari che si incontravano solo nei luoghi di culto, cui si aggiunse un nuovo
luogo, laico e profano, nel quale le passioni ebbero modo di sfogarsi. Finalmarina
era rimasta senza teatro nel 1824: comunque insufficiente ad accogliere
gli abitanti, il camerone del Collegio Ghiglieri era stato restituito
all'uso scolastico. Dopo un primo progetto del 1839, nel 1850 un buon
numero di cittadini
presenta il progetto per la costruzione a proprie
spese di un nuovo teatro idoneo alle esigenze del comune: entrambi i
progetti si arenarono per i più pressanti impegni dell'erario,
impegnato in opere civili urgenti. Nel decennio successivo, risanato il
proprio bilancio, il Municipio fu in grado di porre mano ad una serie di
progetti: un nuovo cantiere, un asilo, la ferrovia, e, finalmente, il
nuovo teatro. La spesa venne ripartita tra comune e palchettisti: la
struttura (che poteva contenere 400 persone tra 3 piani di palchi e
platea) fu intitolata al grande violinista genovese Camillo Sivori
(1815/1894), unico allievo di Nicolò Paganini. La gestione dei due
teatri finalesi è stata affidata all'amministrazione diretta dei comuni
di Finalborgo e Finalmarina: anche se con alti e bassi legati alle
disponibilità finanziarie del momento, gli enti si sono sempre dimostrati
all'altezza della situazione, sia nella presentazione di spettacoli leggeri che nella
realizzazione di opere liriche sensibilmente più complesse per scenari e
musiche. Fra i due teatri la maggior notorietà fu acquisita dal più
recente: il Camillo Sivori riuscì spesso a scritturare compagnie di
ottimo livello, note a livello nazionale. Mi permetto un'annotazione
di carattere personale. In età giovanile ho avuto la fortuna di entra
nei locali dei due teatri: ora entrambi sono chiusi. L'Aycardi è stato
segnalato come un edificio da salvare (soprattutto gli affreschi
interni), mentre il Sivori, fermato alcuni decenni fa in quanto
pericolante, è da tempo interessato da una ristrutturazione che giudicherei
"bruttina", almeno da quanto appare dall'esterno (speriamo che
l'ultimazione dei lavori mi dia torto!). |