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La Mappa della sezione "Preistoria"

Paleolitico
InferioreMedioSuperiore

Mesolitico


Neolitico
InferioreMedioSuperiore


Età dei Metalli
RameBronzo (antico)Bronzo (medio)
Bronzo (tardo)Bronzo (finale)Ferro

Bibliografia

 

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IL NEOLITICO

Neolitico Superiore (sino alla fine del III millennio a.C.)
Verso la fine del IV millennio a.C. la Liguria è interessata da un ulteriore cambiamento, derivato dall'assimilazione di una cultura proveniente dalla Francia Meridionale ("Chassey"). Da sottolineare che l'uomo non conosce ancora i metalli ma vive ormai all'aperto, talvolta su palafitte.
Non vengono più prodotti i vasi a bocca quadrata: al loro posto compaiono ceramiche fini, lisciate e lucidate, scodelloni a calotta con caratteristiche prese a bugna, forme globose a bocca ristretta,  decorazioni graffite di stile Chasseano; nell'industria litica sono presenti punte di freccia a losanga (con ritocco ricoprente entrambe le superfici) ed altri elementi propri della cultura padana (il che attesta i frequenti reciproci contatti contatti con le comunità locali). Si affermano anche espressioni propriamente religiose, come le numerosissime  incisioni rupestri del Monte Bego e le stele della Lunigiana, dedicate ad animali (il toro) e personaggi umani divinizzati (ad esempio la Dea Madre).
Nel Finalese potrebbero costituire un'espressione di questo periodo le abbondanti incisioni rupestri, di difficile collocazione temporale per la mancanza di un contesto cui fare riferimento. Eseguite sulla superficie di vasti lastroni rocciosi, in piano o leggermente inclinati, rappresentano esseri umani stilizzato ("croci") o rispondono a criteri di utilità o rituali (le coppelle per la raccolta delle acque piovane). Alcune centinaia di incisioni rupestri (anch'esse difficilmente databili) sono state rinvenute nell'Arma della Moretta. Sicuramente interessante una serie di incisioni rupestri (una cinquantina, presenti su due piani di stratificazione) rinvenute sulla Rocca Carpanea (cima che sovrasta Pian Marino): vengono proposte figure solari, cruciformi, uno scutiforme, una figura "a tria", nonchè, secondo lo schema già riscontrato sui Ciappi, una ventina di coppelle destinate alla raccolta dell'acqua piovana.
Potrebbe appartenere al neolitico, in sintonia con i reperti rinvenuti nella sottostante grotta, il misterioso dolmen (o forse altare, sicuramente eretto dalla mano dell'uomo) posto sulla sommità dell'arco roccioso dell'ingresso della spettacolare Arma Strapatente presso il borgo medioevale di Boragni (cfr. sub "FINALE LIGURE 2004 - Fotografie"). Al di sotto dell'enigmatico manufatto si trova una cavità che potrebbe essere stata destinata alla raccolta di liquidi provenienti da presumibili sacrifici di animali alle divinità del tempo. Il dolmen/altare rappresenta l'unico monumento della specie in Liguria ed è raggiungibile dalla Val Nava.


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L'ETA' DEI METALLI


Età del rame (3.000-2.200 a.C.)
Ormai la caverna non è più l'abitazione dell'uomo: ha perso la sua connotazione iniziale e viene utilizzata come riparo per gli animali destinati all'allevamento. La vita si svolge all'aperto, in abitazioni sempre più evolute ed articolate, legate alle attività prevalenti del periodo (pastorizia e, in subordine, agricoltura).
La prima fase dell'età del rame è nota in Liguria per i ritrovamenti di sepolture collettive in grotte o ripari sotto roccia, ove si è riscontrata la presenza di individui diversi inumati nello stesso luogo ma in momenti differenziati: pur non presentando parlare di veri e propri corredi, le inumazioni sono accompagnate dalla contestuale deposizione di ornamenti vari e da utensili  (elementi di collane, zanne decorate, punte di freccia).
Nel Ponente Ligure sono stati rinvenuti oggetti in rame in alcune grotte: la Grotta dell'Antenna (Borgio Verezzi) da cui proviene un'ascia piatta, l'Arma della Grà di Marmo (Realdo, IM) che presenta una perlina biconica, La Grotta della Giara (Toirano) con il suo bel pendaglio spiraliforme.
Risulterebbe quindi che all'epoca la metallurgia fosse quasi esclusivamente dedicata alla fabbricazione di armi e di ornamenti destinati ai corredi funerari: per gli utensili è ancora prevalente l'utilizzo della pietra, sia scheggiata che levigata, in tutte le sue forme del precedente Neolitico.
Verso la fine del III millennio a.C. si diffonde in Liguria la cultura del Vaso Campaniforme: relativamente al Finalese, diversi frammenti di questo tipo di ceramica (insieme ad una collana ed altri monili) sono venuti alla luce nel corso di scavi nell'Arma delle Anime, in prossimità della Rocca di Perti, sicuramente frequentata ed abitata anche prima dell'Età del Rame in quanto caratterizzata da una certa faciltà difensiva.

 


 
  Copyright by Alfredo45 Gennaio 2005