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La Mappa della sezione "Preistoria"

Paleolitico
InferioreMedioSuperiore

Mesolitico


Neolitico
InferioreMedioSuperiore


Età dei Metalli
RameBronzo (antico)Bronzo (medio)
Bronzo (tardo)Bronzo (finale)Ferro

Bibliografia

 

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IL PALEOLITICO

Paleolitico Superiore (38.000 - 8.000 a.C)
La Liguria è stata una delle aree europee più frequentate dall'Homo Sapiens Sapiens, che nel Paleolitico Superiore è il vero dominatore del territorio. Il periodo è stato caratterizzato da un clima che possiamo definire "temperato endente al freddo", con improvvise variazioni di temperatura. Ciò premesso, è chiaro che veniva privilegiata la grotta come abitazione (in Liguria è stato ritrovato un solo sito all'aperto, localizzato nei pressi di Ventimiglia). Il fattore più significativo è rappresentato da un notevole (per l'epoca) progresso tecnologico e culturale. Gli strumenti in pietra vengono soppiantati dai manufatti in selce e vengono prodotti oggetti in osso, corno ed avorio, spesso finemente decorati: queste specializzazioni attestano che in seno alle comunità esistevano anche artigiani/artisti; un particolare importante: l'attrezzo litico viene persato per essere inserito in un supporto in legno o altro materiale che ne allunga sensibilmente la portata.
E' il periodo più proficuo per il Finalese sotto il profilo dei ritrovamenti archeologici. L'Homo Neanderthalensis veniva soppiantato  dal nostro diretto progenitore, l'Homo Sapiens Sapiens: la cultura musteriana veniva sostituita da aspetti tecnici più evoluti. Come abbiamo detto, l'uomo moderno  affinava infatti il modo di lavorare la pietra e l'osso: la caccia e la raccolta costituivano gli unici mezzi di sostentamento e le caverne davano sempre riparo alla razza umana Si diffondeva tuttavia un vero e proprio culto dei defunti (diverso dalle frettolose sepolture dell'Uomo di Neanderthal) e le inumazioni (quasi sempre in grotta) venivano arricchite dai primi corredi funerari, che attestano il sorgere di una profonda spiritualità legata alla concezione magico-religiosa della vita dopo la morte ed al desiderio di proteggere i propri cari.
In Liguria il panorama del Paleolitico Superiore è basato su un numero ristretto di giacimenti, che tuttavia hanno restituito il 30% del materiale rinvenuto in Europa.
Pur senza raggiungere per numero i Balzi Rossi di Ventimiglia, occorre sottolineare la primaria importanza della caverna finalese delle Arene Candide, che ha fornito al mondo una documentazione fondamentale. Nel corso di tre anni di scavi (1940-1942) sono tornate alla luce grandi quantità di materiali. Gli strati più profondi (da 4 a 7,5 metri) sono stati rinvenuti ben otto focolari, con presenza di bulini, grattatoi, punte a lama di diverse varietà. Sotto il focolare n. 5 veniva individuato lo scheletro di un adolescente disteso sul fianco sinistro su un letto di ocra rossa ed alto circa un metro e settanta centimetri (altezza ragguardevole ma non inusuale, che testimonia una nutrizione con una buona componente di proteine anche di origine marina). La sepoltura - unica nel suo genere - era caratterizzata da un ricchissimo corredo funerario: centinaia di conchiglie forate che adornavano un copricapo presumibilmente in pelle di animale, ornamenti di osso, un coltello di selce lungo circa 25 centimetri, quattro bastoni forati ed accuratamente decorati ricavati da corna d'alce, pietre e conchiglie sparse intorno al corpo. Il giovane presentava una vasta ferita alla mandibola (una parte di questa mancava e lo spazio vuoto era stato riempito  con una sostanza colorante, la limonite gialla) che  ne aveva quasi sicuramente provocato la morte. La ricchezza della sepoltura fa pensare che il defunto occupasse  una posizione di rilievo nella comunità cui apparteneva: di qui la denominazione - nota in tutto il mondo - di "Tomba del Giovane Principe" (se ne può vedere la fedele ricostruzione nel Museo civico del Finale). La tomba è stata datata mediante radiocarbonio ad oltre 23.000 anni fa, in un periodo relativamente evoluto del Paleolitico Superiore.
Subito al di sopra degli strati che inglobavano gli otto focolari è stata rinvenuta la necropoli impropriamente denominata mesolitica: datata a circa 12.000 anni fa, è costituita da sedici inumazioni   di sei uomini, tre donne e nove bambini (a testimonianza dell'elevata mortalità infantile). Le fosse erano cosparse di ocra rossa e le sepolture erano accompagnate da oggetti ornamentali (conchiglie e pendagli) ed accessori di abbigliamento (code di scoiattolo, becchi di uccelli e mandibole di roditori: di rilievo due corna d'alce deposte nei pressi di una fossa. La datazione attesta che la necropoli è una delle ultime espressioni di gruppi umani del Paleolitico Superiore. 


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IL MESOLITICO


Mesolitico (sino al VI millennio a.C.)
Rappresenta il periodo di transizione tra il Paleolitico ed il Neolitico: il periodo più freddo volge alla fine, il clima si assesta ed è analogo a quello attuale e il mare risale sino al limite odierno sommergendo le pianure costiere.
L'aspetto più importante del Mesolitico è l'inizio del progressivo abbandono delle caverne come abitazioni umane: segna un netto calo delle esclusive attività di caccia (favorito dalla scomparsa di quasi tutti gli animali che avevano costituito la preda preferita: rimangono quelli di taglia più minuta) e di raccolta che avevano costituito sino ad allora le uniche fonti di sostentamento. L'uomo comincia quindi ad uscire dalle grotte ed inizia a pensare come sfruttare al meglio gli ambienti circostanti. Mutando le proprie abitudini, i nostri progenitori cominciano a colonizzare il territorio. Gli strumenti in pietra diventano sempre più minuti (forme "ipermicrolitiche") e per essere usati devono essere inseriti in supporti di legno o d'osso, mentre non è ancora iniziata la lavorazione della ceramica.
Il Mesolitico ha lasciato in Liguria solo tracce marginali: il motivo fondamentale dovrebbe essere la distruzione dei siti costieri causata dalle frequenti trasgressioni del mare.
Nel Finalese è stato reperito un solo sito alla Colla di San Giacomo (Alta Via: 800 metri s.l.m.) tra i comuni di Mallare e di Orco Feglino, ove è stato rinvenuto un centinaio di strumenti in selce: il sito è stato esplorato in epoca recente dal Conservatore del Civico Museo del Finale, Prof. Giuseppe Vicino.
Qualche modesto manufatto, da attribuirsi presumibilmente al Mesolitico, è venuto alla luce in un riparo del Rian di Cornei e, in superficie, a San Bernardino e sull'altopiano delle Manie.


 
  Copyright by Alfredo45 Gennaio 2005