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La Mappa della sezione "Preistoria"

Paleolitico
InferioreMedioSuperiore

Mesolitico


Neolitico
InferioreMedioSuperiore


Età dei Metalli
RameBronzo (antico)Bronzo (medio)
Bronzo (tardo)Bronzo (finale)Ferro

Bibliografia

 

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I VARI PERIODI

La presenza dell'uomo nella Preistoria è caratterizzata dal succedersi delle varie ere che si sono alternate cronologicamente e  che hanno assunto denominazioni diverse legate all'evoluzione ed alla qualità dei manufatti rinvenuti nelle numerose grotte e caverne del Finalese, che, come ovvio, rappresentano la fonte maggiore di reperimenti almeno per i periodi arcaici (modestissimi i siti all'aperto)..
La distinzione delle varie epoche può essere così articolata:

  • Paleolitico Inferiore  (dal 950.000 al 120.000 a.C.) - gli aspetti più arcaici dell'età della pietra

  • Paleolitico Medio (dal 120.000 al 38.000 a.C.) - la cultura dell'Uomo di Neanderthal

  • Paleolitico Superiore (dal 38.000 all'8.000 a.C.) - eccezionali ritrovamenti nel Finalese

  • Mesolitico (sino al VI millennio a.C.) - si  è verificata una sostanziale assenza  della frequentazione delle caverne

  • Neolitico Inferiore (sino all'inizio del VI millennio a.C.) - la ceramica impressa

  • Neolitico Medio (sino alla fine del IV millennio a.C.) - le culture del Vaso a Bocca Quadrata

  • Neolitico Superiore (sino alla fine del III millennio a.C.) - i contatti con l'area francese

  • Età del rame (3.000-2.200 a.C.) -le sepolture collettive in grotte o ripari sotto roccia

  • Antica età del bronzo (2.100-1.600 a.C.) - continuità con i rituali precedenti

  • Media età del bronzo (1.600-1.300 a.C.) - la nascita dei "castellari"

  • Tarda età del bronzo (1.300-1.200 a.C.) - forse i primi terrazzamenti destinati alle coltivazioni

  • Età del bronzo finale (1.200-900 a.C.) - l'infittirsi degli scambi e dei collegamenti

  • Età del ferro (900-180 a.C.) - la scelta strategica degli insediamenti

Nelle pagine che seguono cercherò di trattare nel modo più analitico possibile la materia compendiata in questa "prefazione": la preistoria di Finale Ligure finisce con l'occupazione romana, anche se Roma riuscirà a completare la sottomissione della locale popolazione con molta gradualità e solo dopo oltre cent'anni di integrazione con le comunità residenti.


IL PALEOLITICO

 

Paleolitico Inferiore (950.000 - 120.000 a.C.)
Il periodo è caratterizzato dagli aspetti più arcaici dell'Età della Pietra.
L'uomo (Homo Erectus) comincia a popolare l'Europa: in Liguria il ritrovamento più antico è rappresentato dai rudimentali strumenti scheggiati (fra cui un "chopper") rinvenuti nelle grotte del Vallonet, al confine italo-francese di Ventimiglia: i reperti sono stati datati ad oltre 900.000 anni fa ed attestano la presenza umana anche nella nostra regione. L'Homo Erectus era alto circa 160 centimetri ed aveva una struttura tozza e massiccia, con fronte e mento sfuggenti. Era in grado di costruire arnesi in pietra (ciottoli scheggiati con i margini resi taglienti da percussione)  per la caccia di animali, anche di grosse dimensioni, e viveva in accampamenti  familiari in prossimità dei ripari naturali o all'aperto. Le piccole bande in cui si era organizzato si dedicavano alla caccia ed alla raccolta di frutti spontanei in un territorio ancora spopolato: gli accampamenti erano costituiti da capanne ovali di lunghezza variabile fra i 10 ed i 15 metri. dotate di un focolare posizionato al centro. Dopo un breve periodo le capanne venivano abbandonate, lasciando sul terreno parte dei manufatti in pietra, i resti dei focolari ed i rifiuti organici: le piccole comunità si spostavano in altri territori ove si stanziavano per un altro breve lasso di tempo.
Nel Finalese i frammenti ossei più antichi - riferibili ad animali scomparsi ca. 600.000 anni fa come alcune specie di roditori - sono stati trovati nelle grotte di Valdemino a Borgio Verezzi (al cui interno sono giunti per "infiltrazione" di falda dagli strati superficiali del terreno): le grotte non hanno tuttavia restituito frammenti ossei umani mescolati a quelli degli animali (la grotta non ha mai costituito abitazione per la fauna o la razza umana).
Gli altri reperti di industrie litiche liguri sono poche centinaia (fra cui alcuni bifacciali), risalgono ad un periodo che varia fra i 400.000 e i 120.000 anni fa e provengono da cinque sole località: fra queste troviamo nel Finalese la grotta delle Fate (in cui nel corso di recenti scavi  - 1987 - è stato fra l'altro rinvenuto un bifacciale perfettamente conservato  all'interno del cunicolo) e l'altopiano delle Manie i reperti testimoniano l'intensa frequentazione del luogo): i due siti hanno restituito alcune decine di manufatti ("epannellèes",  bifacciali,  raschiatoi, punte databili ad almeno 300.00/350.000 anni fa).
Nel Finalese mancano ancora reperti antropologici degli uomini che hanno dato vita a queste industrie primordiali. Nel territorio ligure sono stati reperiti solo due frammenti ossei,  ai Balzi Rossi di Ventimiglia (una parte di  ileo di una donna adulta di circa 40 anni datata almeno 225.000 anni fa) ed alla grotta del Lazaret presso Nizza (un frammento di cranio parietale). 

 

Paleolitico Medio (120.000 - 38.000 a.C)
E' il periodo nel quale si è espressa la cultura dell'Uomo di Neanderthal (cosiddetta "cultura musteriana").Questo nostro progenitore occupò territori meno vasti rispetto ai suoi antenati e, durante l'ultima glaciazione,  si diffuse solo in Europa e nel Vicino Oriente. Adatto a vivere in climi freddi, non era molto alto e la sua struttura era  tarchiata, ma il suo cervello  aveva un volume simile al nostro. Curava i feriti ed i malati e praticava il culto dei defunti che seppelliva. Le sue occupazioni principali erano sempre la caccia e la raccolta. Era molto abile nella produzione di attrezzi  in pietra, che reperiva da materia prima rinvenuta nei pressi delle proprie abitazioni. Impiegava poco l'osso ed il corno. Come il suo predecessore si spostava in ampi territori seguendo gli animali e viveva soprattutto nelle caverne.
Nel Finalese  sono stati rinvenuti almeno quindici giacimenti. La presenza nel nostro territorio, molto importante per lo studio del periodo, di un centinaio di grotte di varie dimensioni ha indubbiamente favorito gli insediamenti dell'Homo Erectus (Paleolitico inferiore) e, ancor di più, quelli del più evoluto Homo Neanderthalensis.
I siti archeologici del Paleolitico Medio nella  nostra zona e ci hanno tramandato un  repertorio di industria litica molto vasto. Dobbiamo doverosamente menzionare almeno due giacimenti, entrambi effettuati in grotta, che  vanno illustrati in modo particolare:

  • la Grotta delle Fate
    l'ampio ingresso della caverna è ubicato sulla collina sovrastante il primo ponte romano; nell'ottocento era conosciuta soprattutto come un immenso cimitero di migliaia di scheletri dell'Ursus Spelaeus,  suo abitatore quasi esclusivo; tuttavia la grotta ha restituito tre frammenti ossei riferibili all'Uomo di Neanderthal fra i più antichi esistenti in assoluto  (frontale e mandibola di un bambino decenne e mandibola di adulto: ca. 80.000 a.C.) rinvenuti tra i reperti di Padre Amerano, pioniere della moderna archeologia che esplorò a fondo l'antro alla fine del IXX secolo, scoprendo tra l'altro resti di ceneri di focolare che attestavano appunto la presenza di esseri umani: verso la fine del XX secolo i reperti sono diventati 15 (alcuni denti ed altri frammenti riconducibili ai primi tre). Dobbiamo rammentare che questi resti ossei sono gli unici riferibili in Liguria all'Uomo di Neanderthal;

  • L'Arma delle Manie
    è la più ampia caverna del Finalese; nonostante la presenza di resti umani, non si può affermare che la grotta delle Fate fosse abitata dall'uomo (il 90% di reperti ossei si riferisce infatti all'Ursus Spelaeus). L'Arma delle Manie, unitamente al circostante altopiano, è  stata invece abitata sin dal Paleolitico Medio: in essa sono stati rinvenuti focolari, posti di lavoro ed altro materiale che la identificano come intensamente usata dai nostri progenitori. In una parte della grotta (chiusa al pubblico) gli scavi procedono anche oggi: i ritrovamenti non sono quindi finiti.

Troviamo altre testimonianze, sia pure di minore entità ed importanza, in altre grotte del Finalese: la Caverna degl Zerbi, l'Arma del Morto, l'Arma du Rian, l'Arma Prinsipà (ove fu rinvenuto un cranio di pantera), la Caverna della Pollera (un raschiatoio convergente in microquarzite gialla) e le vicinanze del Castrum Perticae  (alcune decine di manufatti) attestano come la zona fosse intensamente popolata già nella preistoria, favorita - come  detto - sia dal gran numero di antri abitabili che da un clima che, allora come oggi (affermazione ampiamente testimoniata dai ritrovamenti di piante ed animali tipici di zone relativamente calde), era sicuramente caratterizzato da una temperatura più mite rispetto alla Pianura Padana.

L'Uomo di Neanderthal scomparve circa 38.000 anni fa (in coincidenza con l'arrivo in Europa dell'Homo Sapiens Sapiens, con cui convisse alcune migliaia di anni): la sua fine resta un mistero 


 
  Copyright by Alfredo45 Gennaio 2005