La Mappa della sezione "Preistoria"
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L'ERA PRIMORDIALE
Il territorio ligure è
caratterizzato dalle colline che precedono le
Alpi e gli Appennini e che digradano sino al mare,
ricco di promontori e di piccole baie ed anfratti:
nella Riviera di Ponente non esistono pianure, se
si eccettua la piana di Albenga, oggi sede di un
piccolo aereoporto, di un campo da golf e di campi
coltivati a frutta e ortaggi. L'asprezza
del suolo ha obbligato i suoi abitanti a strappare
alla natura la terra da coltivare: le colline
sono state scavate e ricoperte di terrazzamenti
(le c.d. "fasce") nei quali ha trovato terreno
fertile soprattutto l'ulivo, pianta dai rami
contorti e un pò selvaggi che può benissimo essere
preso a simbolo della Liguria.
Per questi motivi l'attività prevalente degli
antichi Liguri è stata la pastorizia.
Forse per ricompensare gli abitanti di tanta
fatica, la natura ha dato alla Liguria un clima
soleggiato e mite, che ancora ai nostri giorni
attira turisti da ogni parte del mondo. L'entroterra del Finalese -
a monte della costa che si sviluppa dalla Caprazoppa a Capo Noli - è
caratterizzato da un continuo susseguirsi di altipiani
calcarei, promontori e pareti a strapiombo sul
mare. Le sue valli sono quasi tutte "valli
fossili" (ove il tempo si è fermato per
la conformazione del terreno e per parecchie
specie di flora): le
glaciazioni e l'alternarsi dell'innalzamento e
dell'abbassamento delle acque marine hanno
scavato numerose caverne di varia lunghezza,
quasi tutte abitate prima dagli animali e poi
dall'uomo. Soprattutto gli animali hanno
scandito il susseguirsi delle glaciazioni: dai
ritrovamenti archeologi è infatti risultato che a
specie adatte a climi freddi (alci, marmotte, renne) sono subentrate razze
tipiche dei climi caldi (leoni, tigri, altri
felini). Testimoniano le
fasi di caldo e freddo le spiagge di origine
quaternaria che contengono i resti di conchiglie e
molluschi tipici delle zone tropicali: rinvenute
in particolare nelle grotte dei Balzi Rossi a Ventimiglia, sembrerebbero presenti anche nel Finalese e presso il promontorio di Capo Noli.
Le strutture geologiche più antiche del
Finalese sono costituite da un basamento anteriore
al Carbonifero superiore (circa 300 milioni di
anni fa). La formazione della Pietra del Finale,
utilizzata in edilizia, è iniziata oltre 15
milioni di anni fa, quando quando una prima
sedimentazione di sabbie inglobò grandi quantità
di resti animali e vegetali. Il sollevamento della
zona determinò poi (7,5 milioni di anni fa) la
regressione della riva e l'emersione della
piattaforma marina. L'origine dell'attuale costa ligure è
databile a circa 3.000.000 di anni fa, verso la
fine del Pliocene. Il sollevamento delle masse
rocciose ha modellato le colline: nelle fasi di
interglaciazione,
cessato il processo di innalzamento, il mare è
penetrato nelle valli ove ha dato origine alle oltre cento caverne
del Finalese. Il carsismo (l'erosione meccanica e
la corrosione chimica delle acque di infiltrazione)
ha allargato queste cavità creando ambienti in
grado di riparare la fauna dal rigore degli
inverni, soprattutto in coincidenza delle
glaciazioni , e dai propri nemici naturali. In questo ambiente ostile
(fa eccezione, come detto, il clima) ha fatto la sua comparsa l'uomo, che ha
allontanato gli animali dalle grotte ed ha utilizzato per millenni
(sembra sino all'epoca romana, sia pure con altre
destinazioni ) i ripari naturali
che la natura gli aveva preparato. |
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LA COMPARSA DELL'UOMO
L'uomo si
diffonde
in Europa
tra 1,5 e
1,2
milioni di
anni fa in
ambienti
estesi dal
Mediterraneo
al Nord.
La
posizione
della
Liguria,
il cui
territorio
è compreso
tra le
Alpi e gli
Appenni ed
il mare,
ha
favorito
l'insediamento
dell'uomo
sin dai
tempi più
remoti. Il
baluardo
delle
montagne
ha
protetto
la zona ed
ha
determinato
un clima
più
favorevole
anche
durante i
periodi
delle
glaciazioni
(ben sei
per il
Quaternario). La razza umana si è ben adattata
alle
variazioni
climatiche:
il gran
numero di
grotte
presenti
in
Liguria,
nelle
quali si
era
insediato
il
temibile
Ursus
Spelaeus, era
in grado
di fornire
un riparo
dai nemici
e dal
freddo.
Costituite
le prime
comunità e
cacciati
gli
animali,
l'uomo
inizia ad
abitare
nelle
caverne,
ove
svolge
ogni fase
della
vita, dalla
nascita
alla
morte. L'uomo si
distingue
quasi
subito
dagli
animali in
quanto
dotato di
una
propria
identità
culturale:
dedito
alla
caccia,
alla
raccolta,
alla
pastorizia ed
all'agricoltura
(queste ultime
due
seguirono
tuttavia
in un
periodo
molto successivo)
ha saputo
adattare
alle
proprie
esigenze
il
territorio
e
la materia
prima. In
un primo
tempo
si serve
della pietra
dura, che
utilizza
per
costruire
utensili,
in
particolare
ciottoli a
margini
taglienti
(i
cosiddetti
"choppers"),
cui
seguono
strumenti
più
complessi
(le
"amigdale"),
tipici di
una specie
nuova, l"Homo
Erectus"
che ha
abitato la
nostra
zona ca
950.000
anni fa.
Da circa
600.000 a
200.000 è
presente
in Europa
un ceppo
particolarmente
robusto
ed evoluto
(Homo
Heidelbergensis)
da cui
deriva l'Homo
Neanderthalensis,
specie più
evoluta
e dotata
di una sua
cultura
di somma
importanza: lavora
meglio la
pietra,
introduce
un minimo culto
dei
defunti
e le prime
pratiche
di
seppellimento
dei morti.
Circa
38.000
anni fa e
per almeno
25.000
anni
compare
infine il
nostro più
diretto
progenitore,
l"Homo
Sapiens
Sapiens",
che affina
l'uso di
seppellire
i morti
inumandoli
in tombe
dotate di
corredi
funerari,
orna le
volte
delle
grotte di
stupefacenti
dipinti e
graffiti,
raccoglie
i rifiuti
all'esterno
e
lavora
l'osso e
l'avorio
per la
pesca, cui
inizia a
dedicarsi
in questo
periodo.
Circa
8.000 anni
fa si
affievolisce
la grande
tradizione
della
caccia per
la
scomparsa
della
maggior
parte
degli
animali
che erano
stati
oggetto
delle sue
attenzioni.
Osservando
la natura,
l'uomo
impara ad
allevare
alcune
specie di
animali ed
a
coltivare
la terra:
inizia il
periodo
neolitico,
caratterizzato da
un deciso
miglioramento
dei
manufatti
e
dall'utilizzo
dell'argilla
per
costruire
recipienti
in
ceramica e
statuette
rituali;
nascono i
primi
villaggi
all'aperto
nei quali
l'uomo
affina
ulteriormente
le proprie
tecniche.
Al
neolitico
seguono le
varie età
dei
metalli,
nelle
quali
trionfa
la
capacità
umana di
utilizzare
le risorse
presenti
in natura
per i
propri
scopi.
Inizia
quindi
l'epoca
della
metallurgia
che si
articola
in tre
successive
lavorazioni:
l'età del
rame,
l'età del
bronzo e
l'età del
ferro.
Quanto
accaduto
nelle
epoche
successive
appartiene
ormai
alla
storia,
caratterizzata
dalle
conoscenze
accumulate
nei
millenni
precedenti
e
sviluppate
sino ai
nostri
giorni.
Le
testimonianze
di tutti questi periodi
sono
presenti
nel Finalese:
sin dal
IXX secolo
gli
archeologi
(inizialmente
con mezzi
rudimentali
e poco
adatti ad
una
ricerca
metodica
ed
ordinata) hanno
frugato il
sottosuolo
in siti
all'aperto
e -
soprattutto
- nelle
grotte e
nelle
caverne.
Per questi
studiosi i
vari
strati del
terreno
sono come
libri da
sfogliare
e,
opportunamente
catalogati,
permettono
di
ricostruire
con
precisione
lo
svolgersi
della
varie
epoche.
Molte di
queste
testimonianze
sono
esposte
nel
Museo
Archeologico
del Finale
cui ho
dedicato
una parte
del mio
sito: è
più che
raccomandabile
dedicare
una
mattinata
o un
pomeriggio
alla
visita
delle sue
sale, che
vi faranno
conoscere
il
Finalese
dalla
preistoria
al Medio
Evo. |
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