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Bizantini, Longobardi, Franchi
L'anno 476 segna l'inizio delle tenebre del Medio Evo, che finirà convenzionalmente con la scoperta dell'America da parte del genovese Cristoforo Colombo (1492).
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente la Liguria venne saccheggiata dai Visigoti di Teodorico, ma rimase indenne dalle devastazioni di cui furono autori altri popoli barbari in altre zone dell'Italia.
L'Impero Romano d'Oriente (i Bizantini) mantenne  la Liguria marittima unita ai propri possedimenti italici almeno sino alla metà del VII secolo d.C. La presenza bizantina nel Finalese è attestata da  due importanti distretti militari e civili, con una propria autonomia amministrativa ("res publica" e "fines"):
- la base navale di Varigotti: viene citata da Fredegario che la nomina tra le "civitates" distrutte dal longobardo Rotari nel 641; sul promontorio di Varigotti era presente un "castrum" con funzione di fortezza marittima posto a difesa de porto sottostante; sulla collina sovrastante il porto doveva già esistere in epoca tardo imperiale  la chiesa di San Lorenzo; le tre strutture formavano presumibilmente un unico complesso, come attestato dai ritrovamenti di non poche monete (fra cui "aurei" di Giustiniano) nel castello e nella necropoli in prossimità della chiesa, nonchè di strutture murarie precarrettiane.
- Castrum Perticae: l'imponente fortificazione sorgeva sulle alture sovrastanti Perti Alta, in prossimità di un "castelliere" risalente all'età del bronzo; con il Castello di Orco ed il Castello di Pia (situato forse sull'altura di San Bernardino)  formava un potente insieme di difese del Finalese; il castrum non era dotato di mura particolarmente massicce in quanto non era raggiungibile dalle "macchine da guerra" del tempo; la lunghezza  della cinta era di poco inferiore ai 200 metri ed era dotata di una massiccia torre a tre piani; nei dintorni si possono ancora vedere i basamenti in pietra delle case di contorno, probabilmente dotate di muri e coperture in materiale deperibile.
Durante il regno dell'Imperatore d'Oriente Giustino II, Rotari, re dei Longobardi, invase e saccheggiò le zone costiere liguri: nel 641 distrusse il "castrum" di Varigotti (poi ripristinato dai Del Carretto) e i "vici" del Finalese. Il suo successore Rodoberto permise la ricostruzione dei centri abitati costieri, che vennero riorganizzati intorno alle Pievi.  Ai Longobardi subentrarono i Franchi (774), che suddivisero il territorio ligure in circoscrizioni (i comitati) che corrispondevano alle Diocesi Vescovili: in uno scritto del 781 Pipino dispose importanti restauri delle pievi e i suoi successori Lotario e Ludovico II prescrissero alle Diocesi Vescovili il censimento di quelle distrutte ed il divieto di utilizzarne i beni. 


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Le scorrerie dei Saraceni
Le irruzioni delle orde barbariche cessarono durante la dominazione dei Franchi (774-888). Seguirono le scorrerie dei pirati Normanni e, soprattutto, arabi: già nell'anno 801 Carlo Magno inviò un corpo di spedizione in Liguria per distruggere la pirateria, che tuttavia riprese quasi immediatamente. Le incursioni saracene obbligarono le popolazioni  a rifugiarsi sulle alture (nel Finalese sono state trovate tracce della presenza dell'uomo nella grotta delle Arene Candide, ove sono stati rinvenuti frammenti di pietra ollare risalente a questo periodo). Ben presto l'asprezza della vita costrinse i rifugiati a ritornare sui litorali: per migliorare le difese alla fine del IX secolo venne costituita all'interno delle popolazioni costiere una prima organizzazione politica e sociale ("compagna" o "compagnia") con a capo due Consoli o un Sindaco o un Gastaldo: la Compagnia era quindi un libero comune.
I Saraceni  avevano le loro basi in Corsica ed in Sardegna; attirati dal ricco bottino si stabilirono anche a Frassineto tra Nizza e Cannes moltiplicando le loro scorrerie in Liguria. Ventimiglia e Albenga erano i loro obiettivi preferiti, ma nel 936 saccheggiarono addirittura Genova. Nel 954 Guido da Ventimiglia partì dal porto di Varigotti a capo di una flotta formata dalle città costiere e costrinse i Saraceni ad abbandonare la Francia. In seguito Genova riuscì a cacciarli prima dalla Corsica e poi dalla Sardegna (1050) riducendone la capacità di attacco, anche se le scorrerie continuarono in misura ridotta nei secoli successivi.
Fu nel X secolo che nel Finalese vennero edificate le torri di avvistamento sui promontori di Varigotti, Capo San Donato e della Caprazoppa: in caso di comparizione diurna di vele all'orizzonte le tre postazioni innalzavano una bandiera; di notte veniva appiccato il fuoco ad un vaso ricolmo di sostanze infiammabili (in genere catrame).
Per quanto concerne propriamente Finale Ligure è pervenuta la narrazione di uno di questi attacchi. La notte del 16 novembre 999 un'imbarcazione saracena con venti marinai aveva gettato l'ancora nei pressi del litorale. Sulla costa si intravedeva una luce: il loro capo ordinò che metà dell'equipaggio scendesse a terra per saccheggiare il luogo. Si trattava di una bottega di fornaio in un piccolo agglomerato di abitazioni: cinque pirati entrarono nel forno ma la fornaia li aggredi con palate di braci tizzoni ardenti, ferendoli ed obbligandoli a fuggire. Nel frattempo la popolazione, chiamata a raccolta dai suoni dei corni marittimi, ricacciava in mare l'intero contingente che lasciò a Finale Ligure cinque vittime.
Intorno alla metà del X secolo il Re d'Italia Berengario II ideò una nuova suddivisione, articolata in tre marche che comprendevano più comitati al fine di creare entità periferiche più forti e compatte: una delle tre, la Marca Aleramica, collegava le zone di Acqui e del Monferrato a Finale Ligure. Vanificando in parte i motivi per cui erano state create, gli Aleramici non riservavano il proprio patrimonio al solo primogenito ma lo suddividevano tra i figli. Tra il 1142 e il 1148 i figli di Bonifacio Del Vasto si spartirono i territori paterni: i beni ed i diritti esistenti nel territorio di Savona compreso il Finalese) e nella zona montana di Cadibona toccarono ad Enrico detto il Wert (il valoroso) o il Guercio, capostipite della dinastia dei Marchesi di Savona o Del Carretto. Il XII secolo, in pieno Medio Evo, vede quindi l'avvento nel Finalese della dinastia Del Carretto, che nei tre secoli successivi sarà una notevole spina nel fianco per le mire espansionistiche di Genova e sarà artefice di un periodo di grosso significato per il Finalese: data la sua importanza,  ho riservato al Marchesato un'intera sezione a parte.

 

IL MEDIO EVO - BIBLIOGRAFIA

- La Chiesa Medievale di San Lorenzo a Varigotti -Amici di San Lorenzo - Istituto Internazionale di Studi Liguri
- PERTI Un territorio rurale nel Finale tra la preistoria e l'età moderna - Istituto Internazionale di Studi Liguri
- STORIA DEL FINALE  Vol. I - G.A. Silla


 
  Copyright by Alfredo45 Gennaio 2005