La mappa
della sezione Marchesato
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Appendice
Castel Gavone
1) Le origini
Finalborgo venne costruita ai piedi
del Becchignolo, lo sperone roccioso, ultima propaggine sud
della Rocca di Perti, che domina le valli dei torrenti Pora ed
Aquila e tutta la vallata sino al mare. Su questa altura sono ancora oggi visibili le maestose
rovine del castello, provocate da una sconsiderata distruzione del
fabbricato da parte di Genova, probabilmente causata
anche dal secolare risentimento nei
confronti del Finalese, che - per quasi mezzo millennio - aveva
rappresentato l'ostacolo più serio (se non l'unico....) al suo
predominio su tutta la Riviera Ligure di Ponente, ed aggravate dallo
sconsiderato
disinteresse successivo alla conservazione del più significativo
simbolo di storia del territorio. Nel XII
secolo Enrico I il Guercio Del Carretto ricevette in eredità dal
padre Bonifacio del Vasto un terziere della Marca Aleramica:
nacque il Marchesato di Savona (l'investitura ufficiale da parte
di Federico I Barbarossa avvenne il 10 giugno 1162, dopo la
sua partecipazione a fianco dell'imperatore all'assedio di Milano, rasa
al suolo nel marzo dello stesso anno), che si espandeva sin oltre
il promontorio della Caprazoppa. Nello stesso periodo
continuarono le forti spinte indipendentiste
dei Comuni di Savona e di Noli, che praticamente si staccarono dal
feudo conseguendo una propria autonomia. Enrico II Del Carretto, suo successore nel 1185, capì ben
presto che non avrebbe potuto mantenere il dominio integrale dei
territori tramandati da Bonifacio Del Vasto, e preferì rinunciare
a Savona e Noli per attestarsi nel Finalese (1166), ove poteva contare
sull'omogeneità e difendibilità del territorio, a lungo protetto
dai tre castelli di Orco, Perti e Pia che avevano ben arginato le
scorrerie saracene, e su una minor aggressività
da parte della popolazione, divisa in "Compagne" scollegate l'una
dall'altra. La costruzione del castello iniziò probabilmente
nel 1172, quando Enrico II decise di costruire un borgo cinto da
mura,
(l'odierna
Finalborgo) che sarebbe diventato la capitale del feudo e la sua
abitazione fortificata. Siamo
ragionevolmente certi che il castello esisteva nel 1188, quando un atto
ufficiale (la vendita del diritto di fodro ai nolesi) venne
ratificato nella "caminata marchionalis" (il significato è quello di palazzo
nobiliare fortificato possibilmente su più piani: letteralmente
"sala dotata di camino") . Quasi certamente a tale data esisteva
anche Finalborgo, che tuttavia troviamo citato per la prima volta
come "Burgus Finarii" ( in latino per "burgus" si intendeva un
centro abitato protetto da mura) in un atto notarile del 1213. Va
tuttavia sottolineato che "Caminata" e "Burgus" vennero edificati
in luoghi secondari (i principali erano quelli di Perti e Pia) ma già allora abitati: sia nello
spazio del castello che -
soprattutto - a Finalborgo (nella Piazza del Tribunale) sono venute
alla luce strutture murarie risalenti probabilmente al IX-X secolo, se non
addirittura anteriori. La costruzione di un complesso fortificato
a Finale provocò il disappunto di Genova: il 19 aprile 1217 il
Podestà della Superba fece intimare ad Enrico II l'ordine di
smantellare le fortificazioni costruite (ordine puntualmente disapplicato...). Il 1217 è quindi l'anno
ufficiale della nascita di Castel Gavone: la "Caminata" che quasi
sicuramente lo precedette di quarant'anni aveva probabilmente una
valenza militare relativamente modesta, tale comunque da non
suscitare le ire genovesi. Entro tale anno il castello
venne presumibilmente ampliato ed arricchito con un secondo
edificio in quanto un atto notarile del 1218
venne stipulato "vicino al portico della caminata nuova", dizione
che sembra attestare l'esistenza di due fabbricati contigui.
Castel Gavone non era comunque l'unica residenza di Enrico II, che
aveva consistenti interessi anche nelle Langhe ed in Val Bormida
(nel 1206 fece infatti edificare il "burgus" di Millesimo,
capitale montana del feudo). Nel 1268 i tre figli di Giacomo Del
Carretto suddivisero in terzieri il Marchesato: Antonio Del
Carretto ebbe il Finalese, nel quale si stabilì definitivamente.
Con la costruzione di Castel Gavone iniziò un'opera "decastellamento"
delle strutture difensive del Finalese: il "Castrum Perticae" (ove dovrebbe
essere comunque rimasta una piccola guarnigione) ed i castelli di Orco e
di Pia vennero abbandonati in quanto non più necessari. |
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2) La prima distruzione del
Castello Nel XIII
secolo il castello doveva più o meno coincidere con il nucleo
centrale, ampliato successivamente con la costruzione di nuove
parti. La parte medioevale si presenta di forma poligonale
orientata al Becchignolo. Nella parte nord erano posti gli
ambienti destinati ad abitazione. Nel 1387 venne costruita una
nuova "caminata" destinata all'allargamento della parte
residenziale, che doveva essere formata da due parti distinte
che si affacciavano sul giardino interno. Nel castello erano
presenti anche ambienti destinati ad uso amministrativo e di
governo. Dopo la morte di Filippo Maria Visconti (1447) Genova
attaccò il Finalese e assediò Castelfranco, che - dopo una
strenua resistenza dei difensori - dovette essere abbandonato
nel gennaio 1448. Subito dopo venne preso di mira Finalborgo,
che fu sottoposto ad un lungo ma poco efficace bombardamento
dalla alture circostanti. Il sistema "castello/borgo
fortificato" si dimostrò valido: solo nel gennaio 1449 il
genovese Giovanni Delle Trecce riuscì a penetrare in Castel
Gavone, nel quale si asseragliò respingendo la controffensiva
finalese. Finalborgo si arrese solo nel maggio successivo,
quando l'ultimo nucleo
di resistenza era costituito dalla piccola guarnigione di S.
Antonino, abbandonata solo dopo la capitolazione finale del Marchesato.
Il 10 maggio e il 18 giugno 1449 Genova ordinò la totale
distruzione del castello e di Finalborgo, che tuttavia venne
attuata solo parzialmente. Nel dicembre 1450 Giovanni I Del Carretto
a capo di un modesto contingente di soldati riconquistò il
Marchesato in una sola notte. Secondo lo storico Filelfo il
Marchese ordinò l'immediata ricostruzione del Borgo ed il
ripristino di Castel Gavone, che già nel 1453 fece da cornice al
suo matrimonio con Viscontina di Barnaba Adorno. La
ricostruzione del loggiato interno è testimoniata da alcuni
capitelli in pietra del Finale asportati dopo la trista
demolizione del 1715. Castel Gavone venne ripristinato in un
decennio: la data di ultimazione dei lavori venne immortalata da
un'iscrizione
nella lunetta della Cappella interna di San Giorgio (in realtà
San Giacomo): RMI 1461
("lo ripristinò il Marchese Giovanni nel 1461"):
il lungo lasso di tempo impiegato per la ricostruzione troverebbe giustificazione nella presenza
dei genovesi a Castelfranco sino al 1458, che avrebbe
obbligato Giovanni I a contenere le spese non urgenti. I
successori di Giovanni I apportarono altre modifiche per rendere
il castello meno vulnerabile all'artiglieria: il pericolo
maggiore era rappresentato dal lato mare, difeso da un muro
lungo venti metri facilmente raggiungibile da batterie di cannoni
posizionate a sud. Per limitare il pericolo, Alfonso I
fece munire il maniero di un prolungamento triangolare posto a
meridione: in diverse fasi nacque la celebre Torre dei Diamanti (ca.
1490), con la sua forma caratteristica "a becco di sprone" e
la ricopertura in bugnato, insieme a
due muri di raccordo con gli spalti del castello antico: a
completamento del tutto venne poi aggiunto il Torrione della Noce a
difesa dell'accesso al castello: alla fine del XV secolo Castel
Gavone era stato rimodernato ed adattato ai tempi. Intorno al
1526 venne completata la cinta muraria esterna, ad impianto
rettangolare con quattro torri cilindriche (15 metri di
diametro!) ai vertici ed edifici di raccordo che poggiavano sulle
mura. Il Becchignolo ospitava una vera e propria cittadella
militare, con muri di cinta larghi quasi quattro metri alla base e due
metri alla cima, alti oltre 17 metri (un edificio attuale di
cinque piani!): i lavori furono completati intorno alla metà del XVI secolo da Alfonso II, che fu costretto a rinchiudersi nella
fortezza durante i moti insurrezionali del Finale causati dal
suo pessimo modo di governare. Dopo che il Marchesato fu venduto alla Spagna da Sforza Andrea Del Carretto
(1598), Castel Gavone diventò la residenza ufficiale del primo
Governatore spagnolo, Don Pedro di Toledo. Dopo il 1625 i
Governatori preferirono risiedere in Finalborgo: il castello fu
utilizzato solo per uso militare. Alcune aree furono riservate
all'abitazione degli ufficiali coniugati, il che comportò
modifiche sostanziali modifiche murarie per rendere indipendenti
i singoli alloggi.
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