La Necropoli Romana di Isasco è posizionata dopo l'Altipiano delle Manie, lungo la strada carrozzabile
che conduce a Noli e Spotorno e nei pressi dell'omonimo paese.
E' stata scoperta nel 1952 durante la costruzione di una strada asfaltata che collega ora Isasco alle Manie: nell'occasione vennero casualmente alla luce alcune tombe ad incinerazione ed inumazione.
Le prime rilevazioni vennero svolte dagli studiosi Lamboglia e Ugo, che portarono alla luce una quarantina di tombe di pertinenza
di una comunità agricola che popolava la vallata in epoca romana. La necropoli era presumibilmente disposta lungo un itinerario che
collegava le abitazioni della comunità sia con il il mare che con la Via Julia Augusta, , che correva sui crinali:
le tombe erano disposte con un orientamento est/ovest, in maniera
apparentemente casuale ma senza sovrapposizioni, in un dolce pendio con
rocce a livello del suolo e una strato di terreno di non oltre 20-30 cm.
Nel settore ovest della necropoli le inumazioni più antiche sono riferibili alla prima età imperiale
anche se il complesso è difficilmente databile per la mancanza di corredo funerario (solo nella tomba n. 15 venne rinvenuta
un manufatto accanto alla testa del defunto). Nell'area a sud della carrozzabile sono state rinvenute sei tombe ad incinerazione
databili al I secolo d.c. scavate nella roccia: in esse i resti della cremazione erano raccolti in urne o sparsi tra i resti del corredo funerario (lucerne,
vasetti di vetro per unguenti, oggetti di metallo appartenenti al vestiario del defunto, chiodi, etc.). Nel 1953 l'area è stata sottoposta
a vincolo di importanza archeologica: nel 1988 è stata scoperta nell'area sud un'ulteriore tomba ad incinerazione scavata nella roccia dotata di un
discreto corredo: datta tipologia del ritrovamento l'inumazione è stata datata al I secolo d.C. Nel sito è stata riscontrata
l'esistenza di muretti a secco in doppio filare, presumibilmente destinati al rafforzamento della struttura.
Nel 1993 il timore di scavi clandestini la Sovrintendenza Archeologica ha dato corso ad una nuova identificazione delle tombe ed alla loro mappatura:
le sepolture sono state nuovamente numerate e catalogate dopo una fase preliminare di ripulitura della fitta macchia mediterranea. Da notare
che le tombe ad incinerazione consistevano in semplici pozzetti circolari: si è proceduto alla misurazione delle tombe ad inumazione,
tutte rettangolari, nelle quali gli scheletri erano tutti rivolti con il viso verso sud o verso est. Una parte delle venticinque tombe
ad inumazione sono state gravemente danneggiate dalla costruzione della carrozzabile, mentre una è andata completamente perduta.