Il Villaggio delle Anime si raggiunge percorrendo la strada carrozzabile
(molto stretta) che da Perti Alta conduce a Montesordo; sulla sinistra
della spianata sottostante questo antico borgo medioevale parte un
ripido sentiero (invaso dalla macchia mediterranea) che si inerpica sino
alla sommità della Rocca di Perti (contraddistinta da una grande croce
di ferro), paradiso dei rocciatori e degli amanti di sport estremi come il
free climbing. In alto si possono scorgere ai lati del sentiero, confusi nella folta vegetazione, i muri a secco e le
strutture delle antiche abitazioni del Villaggio delle Anime, risalenti all'Età del Ferro (X secolo a.C.). Non era infatti infrequente che le
antiche comunità liguri assumessero come propria residenza luoghi sopraelevati, più facilmente difendibili in caso di (frequenti)
aggressioni da parte delle bellicose tribù locali: nacquero così i "castellieri", dei quali troviamo altri esempi nel
"Castrum Perticae", a Camporotondo e sulla Rocca di Corno, ove sorge un grande edificio la cui origine è avvolta nel mistero.. Nel Villaggio delle Anime gli scavi effettuati hanno portato alla
luce numerose ceramiche ed oggetti in metallo. Non sono state tuttavia rinvenute tombe (neppure ad incinerazione) in quanto gli abitanti erano soliti
cremare i defunti ed a disperderne le ceneri.
Appartiene a questo sito archeologico l'Arma delle Anime: è una
grotta a doppia uscita che si può raggiungere seguendo una deviazione a sinistra del sentiero, in prossimità dell'inizio della
parete rocciosa della Rocca di Perti. L'Arma è una sorta di sifone che gli scavi hanno completamente svuotato asportando il terriccio in esso contenuto.
Nella grotta - due sale per circa venti metri di lunghezza - sono stati rinvenuti reperti di fondamentale importanza: i più antichi risalgono a circa 8.000
anni fa (neolitico Inferiore). In essa si trovavano le uniche testimonianze del Finalese dell'Età del
Rame (3.200 a.C.):ceramiche campaniformi, una collana ed
altri monili, il più grande vaso neolitico della Liguria ed alcuni scheletri umani. Nelle vicinanze della grotta sorgono altre strutture a secco ed un grande pozzo
molto profondo, che potrebbe aver avuto un significato rituale. I reperti si possono ammirare
all'interno del Museo Archeologico del Finale nei Chiostri di Santa Caterina a Finalborgo, che ne ha curato la raccolta sin dalla scoperta
del villaggio. Inutile sottolineare ulteriormente l'importanza di
questo vasto sito archeologico che nasconde sicuramente altre
testimonianze della Liguria preistorica e che è ancora oggi oggetto di
ulteriori ricerce da parte degli studiosi del Finalese.