Il Museo, sorto nel 1931, si trova nel rione medioevale di Finalborgo, all'ingresso dei Chiostri di Santa Caterina.
Tel.: +39 019.690020
Fax: +39 019.681022
E-mail: info@museoarcheofinale.it
Indirizzo Web: www.museoarcheofinale.it/
Orari di apertura
INVERNALE
(Sett.-Giugno)
Da martedì a domenica: 9-12 e 14.30-17
Lunedì chiuso
ESTIVO (Luglio-Agosto)
Da martedì a domenica: 10-12 e 16-19
Lunedì chiuso
Coloro
che visitano Finale Ligure (per turismo o per altri motivi)
dovrebbero spendere alcune ore del proprio tempo in una visita al
piccolo ma esaustivo Museo
Archeologico del Finale, da inserire in una più
lunga escursione alla medioevale Finalborgo.
La Liguria di Ponente, ed in particolare il Finalese, è ricca
di valli fossili (territori la cui conformazione e vegetazione
non sono sostanzialmente mutate dall'Era Glaciale) e di
caverne carsiche abitate
dalla razza umana sin dalla più remota preistoria ( sono state
trovate tracce dell'Homo Erectus,
dell'Homo Neanderthalensis
e dell'Homo Sapiens Sapiens)
che ha lasciato le proprie testimonianze nelle numerose grotte della nostra regione (possiamo citare la Caverna
della Pollera, la Grotta delle Fate, l'Arma delle Manie e la
Grotta delle Arene Candide nel Finalese, per continuare con le
celebri Grotte di Toirano (che conservano il passaggio
materiale dell'uomo: le sue orme) e quelle dei Balzi Rossi a
Ventimiglia. In periodo storico è particolarmente
significativa la presenza romana: il Finalese era attraversato
dalla Via Julia Augusta,
costruita nel 13 A.C. e dotata dall'Imperatore Adriano di
cinque ponti (tre dei quali ben conservati) unici nel loro
genere architettonico in Liguria e visibili con una semplice
escursione in Val Ponci. Un'altra attestazione
dell'insediamento romano è la Necropoli di Isasco, unitamente
a monete, sarcofaghi, utensili ed altre opere murarie.
Visitando il Museo potrete iniziare un viaggio nel tempo e
nello spazio che vi condurrà dal Paleolitico all'Alto
Medioevo: significative le fedeli riproduzioni delle sepolture
reperite nella Grotta delle Arene Candide, i cui originali,
purtroppo sottratti ai finalesi, si trovano nel Museo di
Genova. Fra queste è unica per il periodo di riferimento
(oltre 20.000 anni fa!) la Tomba del
Giovane Principe la cui salma è stata inumata -
circostanza inusuale per l'epoca - con un ricco corredo
funerario (notissimo il copricapo di conchiglie forate).
All'Età del Ferro appartiene il Villaggio delle Anime,
castellare edificato sulla Rocca di Perti, mentre non è
databile (pur essendo sicuramente antichissimo) il recinto
megalitico di Camporotondo. Troverete reperti di animali fra cui
il celebre Ursus Spelaeus
(alcune migliaia di questo gigantesco plantigrado sono state
rinvenute nella Grotta delle Fate) ed attrezzi risalenti alla
preistoria (raschiatoi, utensili in osso ed in bronzo, etc.),
per poi risalire sino all'epoca romana ed all'Alto Medioevo.
Monete, ceramiche, sarcofagi ed utensili vi condurranno
all'epoca romana (iniziata nel 181 a.C. dal Console Lucio
Emilio Paolo).
Per visitare il Museo nel miglior modo soffermatevi nella sala
introduttiva e scorrete con attenzione i cartelli che ne
illustrano il contenuto: passate poi in rassegna le sale
numerate ricche di reperti in pietra, osso e metallo.